Internet offre possibilità che anni fa erano solamente frutto di fantasie.
Capita così che un bel giorno mi arriva una mail da parte di Marcello Raspone, mio compagno di classe delle scuole medie, che, a distanza di ben 47 o forse 48 anni dal nostro ultimo incontro, mi ricorda di essere in possesso di un nostro manoscritto che (all’epoca) doveva essere pubblicato dalla Orbsa Editrice di Milano.
Questa casa editrice risulta sepolta nella memoria in quanto neppure google è riuscito a fornirmi notizie.
E’ affiorato in me un pallido ricordo di questo giallo (si, avevamo scritto un giallo) frutto delle nostri giovanissime menti.
In breve abbiamo trovato il modo di incontrarci … scoprendo che nel tempo avevamo iniziato a frequentare lo stesso parrucchiere (povero in canna a causa della lucidità della nostra calotta cranica).
Davanti ad un caffè (molto lungo, evidentemente) abbiamo fatto un riassunto del nostro ultimo (quasi) mezzo secolo !
Dopo aver superato l’emozione di questo incontro, è apparso fra le mani di Marcello, il prezioso manoscritto composto di alcuni fogli battuti a macchina (già, preistoria).
Non ho voluto rileggerlo subito per non rovinare il gusto di questa esperienza, ma non ho potuto fare a meno di notare che si trattava di un testo che oggi, per il politicamente corretto, non sarebbe stato possibile. Almeno in quella forma.
Ho riletto tutto con calma quando Marcello mi ha inviato la scansione e … si è riaperto un mondo !
Sono ritornato bambino, con le mie fantasie, le mie ingenuità e forse anche le ambizioni di scrivere (un domani) qualcosa di importante.
“La villa sulla scogliera” è stato un vero tuffo nel passato. Perché quella villa esiste per davvero !

Era la antica villa Skirmunt abbandonata già da tempo che si affacciava sulla spiaggia di Sant’Apollinare a Brindisi; su quel lido ho trascorso tutte le estati della mia infanzia. Quella villa mi spaventava e mi attraeva allo stesso momento. Una cosa è certa : non ci sono mai entrato !
Questo edificio costruito da un commerciante polacco alla fine dell’800 è tuttora conosciuto dai brindisini come la “villa degli spiriti”. Pare infatti che a seguito del tradimento della moglie di Simone Skirmunt con un loro guardiacaccia, si sia consumata una sanguinosa tragedia e che il fantasma della signora svolazzi ancora nelle stanze della casa.
Durante i miei bagni, le mie corse e giochi sulla sabbia di questa spiaggia larga ed affollata, la villa era lì ad attirare la mia attenzione. Rileggere questo scritto ha fatto riapparire volti di gente che non c’è più o che non vedo da tanti anni.
Il mio ricordo è andato al monumento al Marinaio e al Forte a mare visibili dalla riva. Ho ricordato gli spostamenti dal centro di Brindisi fino alla spiaggia, a bordo di una motobarca puzzolente di nafta. Sembrerà strano ma anche quell’olezzo risulta piacevole.
Ho sentito il sapore di quelle grandi pesche con cui facevo colazione e dell’anguria (pardon, melone brindisino).
Mi sono nuovamente avvicinato alla “ Rotonda”. Questo grande edificio con una terrazza dalla forma circolare era la sede della direzione della spiaggia e del bar – ristorante. Ci era categoricamente vietato superare questo edificio ed andare nell’altra metà del lido. Quando ciò invece avveniva (e chi non ha disobbedito da bambino ?) era per me una dimostrazione di coraggio estremamente emozionante.
Sulla terrazza i ragazzi più grandi avviavano “trattative” fra sessi a noi ancora sconosciute ascoltando da un affascinante Juke Box: Mina, i Beatles, Nicola di Bari, Gigliola Cinquetti, Caterina Caselli, Claudio Villa, Riccardo del Turco e il già immancabile Edoardo Vianello con i suoi Watussi.
Ho riassaporato le focaccine calde e i ghiaccioli all’amarena (erano buonissimi, ti spargevano uno zucchero appiccicaticcio che presto si ricopriva di sabbia e poi lasciavano la lingua viola!)
Ho raccolto ancora le stelle marine e i granchi.
Ho rivissuto anche i tristi giorni in cui, a pochi passi dal lido, si incendiò e naufragò il traghetto “Heleanna”; ricordo benissimo la riva che si era riempita di bagagli, vestiti e…altro che noi piccoli ovviamente non dovevamo vedere.
Ho respirato nuovamente aria ed emozioni che sembravano dimenticate ma erano solamente nascoste in qualche angolo della mia memoria.
Potrei scrivere ancora dei miei ricordi correndo il rischio di apparire patetico; sento allora che sia solo il caso di ringraziare internet per avermi permesso oggi di ritrovare Marcello e tanti ricordi che hanno un valore enormemente più grande del premio letterario che avremmo potuto vincere(!?!?) tanti anni fa.
PS: pubblico il testo integrale del “giallo”, pregando chi avrà voglia di leggerlo di avere pietà della nostra tenera età e di alcuni termini non rientranti nel politicamente corretto.




