Ho tanta strada, polvere, roccia e fango sotto i miei scarponi. Spesso mi chiedo da chi abbia preso questa insana passione.
Non ho escursionisti fra i miei antenati (almeno che io ne sappia) e allora è facile giungere alla conclusione che qualche gene impazzito mi ha trasmesso la voglia di camminare.
Però, ho già avuto modo di rendere pubblico questo pensiero, la fatica del cammino, la curiosità nella ricerca, la caparbietà nell’affrontare le difficoltà, la voglia di raccontare sono caratteristiche comuni anche a “soggetti” non escursionistici.
Sono facili i parallelismi tra la vita ed una escursione.
E allora inizia ad affacciarsi un sospetto.
Ho tanta voglia di parlarvene, anche se, certamente, ci infileremo in un discorso non strettamente connesso al mondo escursionistico.
Mi accorgo che da escursionista, oltre alle caratteristiche che ho elencato prima, ho sviluppato il rispetto verso la natura e verso gli altri, l’incontenibile ricerca di poter guardare sempre in faccia chi ho di fronte, l’impellenza di vivere felicemente una vita senza inutili fronzoli.
Potrei continuare ma mi sono già accorto che queste caratteristiche mi sono state trasmesse dai miei genitori.
Da mio padre ho fatto in tempo ad apprendere quella che Vinicius de Moraes chiama “l’arte dell’incontro”; avrebbe voluto, avrei voluto che mi accompagnasse ancora nel cammino della vita.
E invece, all’improvviso, mi ha insegnato anche che ci tocca morire.
Mia madre invece mi ha evidenziato la sua enorme forza anni fa, proprio quando insieme apprendemmo la sentenza dei medici su mio padre.
Una reazione decisa e forte che non mi aspettavo.
All’epoca, pensai, che quello fosse il risultato dell’esperienza dovuta all’età.
La vedevo già anziana…ed aveva un anno in meno di quanti non ne abbia io adesso !
Ed allora mi rendo conto che una mamma è una creatura senza età che ti accompagna e ti guida lungo la tua esistenza. Silenziosamente ma con grande fermezza.
Ha sempre la stessa età ; posso confermarlo rivedendomi mentre scrivo di lei su un quaderno a righe con bella calligrafia. Ha la stessa età di quando ho vissuto il primo amore, di quando son partito per il servizio militare, di quando sono diventato padre, di questo momento in cui scrivo.
Ho tanta voglia di capire il perchè, ma mi accorgo che è assolutamente inutile chiederselo perchè…non sono mamma !
Ha accettato le mie scelte, magari anche quelle che non condivideva, vigilando come un’aquila sul suo nido. Ma non mi ha mai impedito di spiccare il volo.
Magari non ha ecceduto in complimenti al raggiungimento di un traguardo, ma credo che in questo modo abbia scelto di “non farmi montare la testa”.
Mi accorgo che ancora oggi la vedo come capace di affrontare fatiche “a semplice richiesta” : “Fai tu un salto dal fruttivendolo ?”, “ Puoi passare in lavanderia ?”, “Ti ricordi di andare in edicola per ritirare quel libro ?”.
Faccio fatica a pensare che per lei sia una fatica…ma razionalmente mi rendo conto che spesso, troppo spesso le chiedo troppo.
“La mamma vorrebbe che io fossi buono e bravo. Io però la faccio spesso inquietare e lei mi sgrida” Così scrivevo il 5 marzo del 1969, guardandomi bene (forse la avevo già capita) di non scrivere la solita frase “La mamma è l’angelo della casa”. Allora si che mi avrebbe mazzolato !
Ed oggi invece scrivo che “Nonostante la schiavizzi obbligandola a prepararmi il pranzo (attenendosi alle disposizioni della dietologa), non mi sgrida !”.
Una volta all’anno però accade che ci si renda conto che gli anni anche per lei passano con ritmo cadenzato.
Ho tanta voglia quindi di dirvi che oggi è il suo compleanno, ma non sta bene dire quanti di questi giorni si siano sommati.
Ho tanta voglia di dirle GRAZIE prima che auguri.
Ho tanta !
grande corrado…..grandissima mamma maria letizia!!!!!
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