In cammino con Scazzamuridd

Chi è Scazzamuridd ? Un nuovo escursionista ?

Se ve lo state chiedendo, vuol dire che siete stati disattenti mentre Vittorio Stagnani raccontava di lui nei suoi libri o sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno !

Scazzamuridd è uno gnomo dispettoso che popola le leggende del Gargano.

Ha terrorizzato fin dai tempi antichi gli abitanti di questo splendido territorio, rendendo impossibile il sonno con saltelli e pizzicotti !

La sua figura piccola ma fastidiosa appariva improvvisamente, saltellando malignamente sullo stomaco del malcapitato.

Ma Scazzamuridd, che non temeva nulla tranne i morti, aveva il suo tallone di Achille…

Se riuscivi con mossa fulminea a strappargli il berretto dalla testa, lui, per riaverlo, ti riempiva le tasche di monete d’oro.

In realtà diventava anche generoso se gli eri simpatico.

Non aveva alcun problema a procacciarsi questi tesori che aveva seppellito ad arte in tanti punti nascosti del Gargano.

Qualcuno ha anche pensato bene di cercare i suoi nascondigli, scavando ripetutamente nei boschi…ma senza alcun risultato.

Pare che questa sia la vera spiegazione per cui il Gargano è disseminato di doline, cutini ed anfratti !

Non ci crederete, ma è con lui che abbiamo camminato questa domenica !

Comunque, prima che qualcuno di voi avvii nei miei confronti un T.S.O. (ndr : trattamento sanitario obbligatorio), tengo a precisare che non l’abbiamo visto; la sua presenza, però, nella Foresta Umbra era evidente !

Vi chiedo comunque di non avviare il TSO neppure nei confronti dei diciotto sconsiderati che mi hanno accompagnato in questa camminata, sobbarcandosi 3 ore di viaggio (più le tre del ritorno) ed affrontando una giornata soleggiata ma gelida.

Trattasi della lucida follia dell’escursionista che spinge, a volte, a comportamenti che potrebbero essere considerati innaturali.

Il Cutino d’Umbra ci accoglie silenzioso e calmo all’ingresso della foresta.

Solo il tempo di riempire l’animo di questo panorama…e sei già immerso in una vegetazione fitta ed imponente.

I faggi maestosi ci accompagnano lungo tutto l’itinerario incuranti dell’edera o dei funghi lignicoli da cui sono avvolti.

Agrifogli giganti e piccoli pungitopo accompagnano i nostri passi.

Siamo in diciannove, eppure non si sente quasi alcun rumore. Sembra che anche le nostre voci si disperdano insignificanti in quel tempio naturale.

Scazzamuridd è certamente nascosto fra i tanti anfratti, dietro uno dei tanti alberi distesi nel bosco; si fa sentire tramite il verso di un rapace.

Si muove improvvisamente attraversando il sentiero, sotto le mentite spoglie di una grossa volpe.

Pensavamo di trovarlo nella Caserma Murgia, splendida ed abbandonata, ma, anche lì, è riuscito a sfuggirci.

Eppure, se fossimo riusciti a trovarlo, gli avremmo tolto il berretto… e ci avrebbe riempito di monete d’oro !

Proviamo quindi a lasciare il sentiero, scendendo fuori pista in un canalone selvaggio.

Il fondo dell’impluvio è pieno di noduli di selce dalle forme più stravaganti.

Quelle pietre insignificanti erano una volta forma di ricchezza : punte di frecce, lame affilate saltavano fuori da quelle rocce ed erano strumenti indispensabili nella vita quotidiana.

Il canalone viene improvvisamente sbarrato da un vecchio faggio diventato ora linfa per il sottobosco. Il suo profilo però ci nasconde la vista di un meraviglioso cutino.

Bello, silenzioso, verde, ghiacciato. Si tratta del Lago d’Otri. Il nome un po’ ambizioso viene giustificato dal magico contesto in cui si trova.

Una lunga sosta, magari per consumare il nostro triste panino, serve per immergersi nel mondo fatato del “Lago”. Scazzamuridd è certamente lì e sta aspettando il momento per sgraffignare qualcosa da mangiare.

Non gliene abbiamo dato il tempo: le nostre provviste erano esaurite in pochi minuti !

Ci incamminiamo verso la Grave di Marianna e poi per un affascinante fuori pista di circa un chilometro, prima di ritrovare la striscia asfaltata.

Anche questa conserva una bellezza particolare !

Qualcosa si muove alla nostra destra !

E’ qualcosa di piccola taglia che corre nella vegetazione !

“E’ senza dubbio Scazzamuridd !”

…ed invece no…

Un cinghialetto striato corre disperato cercando rifugio nella vegetazione più fitta.

Prima che la madre venga fuori a rimproverarci per aver disturbato il suo pargolo, acceleriamo il passo.

Ancora un po’ di asfalto ed eccoci in discesa nel selvaggio Vallone di Cacatosto.

Il nome, non occorre rimarcarlo, ha veramente poco di poetico !

Vi assicuro però che è un vallone di una bellezza dirompente.

E’ l’essenza della Foresta Umbra, è la lenta discesa in un ambiente integro e lussureggiante.

Sono pochi chilometri ma diventano piacevolmente lunghi a causa delle continue fermate.

Le tantissime fotografie sono solo una scusa per protrarre il godimento.

Al termine di questo vallone ecco apparire una spianata. E’ il nostro punto di arrivo.

Ci sono tavolacci e panchine e, ad attenderci, c’è lui, imponente : il faggio gigante.

E’ il più grande del parco.

E’ d’obbligo per rendergli omaggio, ma anche in ricordo di quante volte ci sono stato con Vittorio, fare un bel brindisi con un primitivo nerissimo.

Ed ecco che Scazzamuridd si vendica con uno dei suoi dispetti !

Riempiamo i nostri bicchieri e iniziamo a sorseggiare…l’aceto !

Il vino era andato, Scazzamuridd aveva colpito ! Almeno, così credeva lui !

Ma ecco un “piano B”

Tiriamo fuori una seconda damigiana che contiene invece un primitivo davvero delizioso !

Alla nostra ed alla faccia sua !

Mentre il tramonto inizia a bussare, ci riorganizziamo per il rientro.

Non abbiamo visto Scazzamuridd, non siamo riusciti a rubargli il cappello, non ci ha regalato le sue ricchezze…ma ne siamo proprio sicuri ?

Non ci sono monete d’oro che possano ripagare la bellezza e le emozioni vissute.

C’è ancora qualcuno disposto a sostenere che non abbiamo camminato con Scazzamuridd ?

Un pensiero riguardo “In cammino con Scazzamuridd

Lascia un commento